Ayako: la ragazza di Kobe che ha scelto l’Italia
Cari amici oggi abbiamo il piacere di presentarvi un’amica speciale: Ayako Inanami, che, oltre ad essere una bella donna giapponese (e quasi mamma!), è anche una grande appassionata di cucina e cultura italiana.
Con lei inizieremo un percorso alla scoperta della cultura e delle tradizioni giapponesi autentiche, viste e raccontate attraverso la sua sensibilità. Ayako ci aiuterà a scoprire qualcosa di più sul paese del “Sol levante”, ad andare un pochino oltre gli stereotipi e i nostri luoghi comuni sul Giappone e i giapponesi.
Nonostante la scrittura di Ayako in italiano sia piuttosto comprensibile (sapessi scrivere io così in giapponese!) l’aiuteremo con la traduzione, cercando un “compromesso” che rifletta il suo pensiero nel modo più fedele possibile, proprio come l’aveva in mente.
Sauro e Ayako hanno condiviso per un periodo lo stesso lavoro, in pasticceria ad Argenta. Conoscendola, non potevamo evitare di coinvolgerla nel nostro blog, abbiamo tante curiosità per lei e siamo entusiasti di questa nuova avventura insieme!
Prego Ayako a te la parola, sei la benvenuta!
Piacere di conoscervi: “mi chiamo Ayako”
Piacere di conoscervi! Mi chiamo Ayako, sono under 40, abito ad Argenta (in provincia di Ferrara) e sono in Italia da ben 10 anni.
Da oggi potete leggere i miei blog sul sito di SteelinKitchen. Vi parlerò del mio paese, facendo a tratti anche alcuni confronti con la cultura italiana, che sto imparando a conoscere piano piano. Se siete curiosi di leggere la versione giapponese originale di questo articolo potete farlo quì.
Per il mio “memorabile” primo blog ho pensato di presentarmi, spero vi possa interessare conoscere un pò la mia storia. Le vostre domande potrebbero essere: come arriva in Italia una ragazza giapponese “normale”, con quali aspirazioni e sogni? Perché ha deciso di restare e come ha passato questi anni?
Un passo indietro: prima di partire
Facciamo un piccolo passo indietro e torniamo al periodo dei miei studi. Sono sempre stata una sportiva e, all’università, praticavo canottaggio. Dopo la laurea, il mio desiderio era quello di continuare ad allenarmi. Sono stata fortunata, perché in poco tempo, ho cercato ed ottenuto un impiego presso una fabbrica di materie plastiche che aveva al suo interno proprio una squadra di canottaggio.
Alla fine ho smesso di vogare dopo soli due anni, pur mantenendo in azienda il mio ruolo di addetta al marketing. Circondata da colleghe stupende e con un interessante ruolo in fabbrica, la mia vita era piena di soddisfazioni, ma, nonostante questo, sentivo aumentare dentro me una certa inquietudine, quasi mi mancasse qualcosa.
Ayako nella squadra di canottaggio aziendale. 2008, Sendai (Prefettura di Miyagi)
Il sogno tra i sogni
Uno dei miei sogni era vivere all’estero, e tutto sommato, non era un sogno tanto difficile da realizzare (dieci anni fa le opportunità di organizzarsi e partire erano già numerose). Quindi, ad un certo punto, ho pensato di cercare la mia strada lasciando il Giappone con l’idea di fare quello che mi piace fare: cucinare, cucinare e cucinare!
All’inizio ho pensato: dove vado? In Giappone c’erano (e ci sono) mille ristoranti francesi e italiani, e mi piaceva un sacco andare lì.
La scelta e il progetto
Ok, mi sono detta, vado in Francia o in Italia? Non avendo avuto un buon rapporto con il francese all’università, ho deciso che sarei partita per l’Italia, paese del tutto sconosciuto per me!
Tuttavia, ero perfettamente cosciente che la mia motivazione sarebbe sembrata debole davanti agli occhi dei miei genitori e a quelli dei miei amici. Sapevo che dovevo dare un po’ di “consistenza” al mio nuovo progetto di vita.
Ayako contro tutti: una difficile opera di convincimento
Allora ho organizzato le idee, spiegando in famiglia il motivo della mia scelta. Mi sono giustificata dicendo che volevo approfondire la mia cultura gastronomica e la tecnica di cucina, ponendomi precisi obiettivi.
In particolare mi sarei avvicinata ad alcune realtà di eccellenza, secondo i valori promossi dal movimento Slowfood. Avrei lavorato a fianco di stimati professionisti, attenti alla scelta del prodotto e sensibili alla tutela delle tradizioni locali e dell’ambiente.
Del resto la mia formazione in agraria, poteva essere ben spesa anche in una professione legata a promuovere cibo di qualità, per tutti, equo e sostenibile.
Quando l’Italia chiama, Ayako risponde!
Gli amici più cari, ascoltando il mio programma, hanno mostrato qualche dubbio, raccomandandomi almeno di imparare la basi della lingua e lavorare in qualche cucina prima di partire.
Io li ho ringraziati per tutti i consigli, poi sono partita, ignorandoli con classe! Sì, ammetto che sono testarda, presa una decisione, non mi ferma nessuno.
Comunque, anche se il mio progetto iniziale era piuttosto debole, dieci anni sono passati come il vento e ho fatto un’esperienza meravigliosa in Italia, soprattutto grazie agli incontri che ho trovato lungo la mia strada. Se ci penso mi sembra molto strano quello che ho vissuto fin ora, ma nessuno sa perché certe cose accadono nella nostra vita!
I primi tempi, la signorina “buongiorno & buonasera”
Quando sono arrivata in Italia, il mio livello di italiano era quasi zero e le mie uniche armi di difesa erano solo “buongiorno”, “buonasera” e “grazie”. Per questo motivo mi sono iscritta ad una scuola di cucina e lingua a Firenze. In questa scuola però, erano più gli allievi giapponesi che quelli italiani e non ho avuto tante occasioni per parlare italiano. Il lato positivo era che non sentivo mai nostalgia di casa, mi sono divertita tanto nella prima parte di quel sogno che era ormai la mia nuova realtà.
Lo studio dell’italiano comunque è continuato, il corso includeva del resto uno stage in ristorante ed ho approfittato di quel periodo per trascorrere più tempo possibile insieme ai ragazzi italiani. Alla fine dopo, quattro mesi, al termine del corso, non avevo più tanta difficoltà nella comunicazione base in italiano.
Il mio primo amore italiano
Dopo la scuola, ho soggiornato a ‘Sant’Egle’ un agriturismo di Sorano, nel sud della Toscana. Cercando un ristorante per fare lo stage, ho trascorso lì una notte e me ne sono innamorata subito. Sono rimasta circondata da una natura meravigliosa e gente bellissima per cinque mesi. Mi alzavo con la luce dell’alba e raccoglievo le verdure di stagione nell’orto. Parlavo con persone che arrivano da ogni parte del mondo e di tutte le culture, un’esperienza fantastica, che tengo custodita come un tesoro prezioso nel mio cuore e mi suscita emozione anche adesso.
Agriturismo Sant’Egle
Agriturismo Sant’Egle: l’orto
Agriturismo Sant’Egle: le verdure
In cucina con i prodotti della terra toscana
Nel frattempo svolgevo il mio stage presso una trattoria nelle vicinanze, ‘Il Tufo Allegro’ a Pitigliano, che mi era stata consigliata dallo stesso proprietario dell’agriturismo.
La cucina di quel locale di mezza montagna, perlopiù a base di carne e verdure, mi ha colpita in modo particolare. Provo ancora meraviglia pensando a certe preparazioni perché quella cucina rispettava molto, valorizzandole, tutte le parti dell’animale, dalle ossa alle frattaglie.
Spesso proprio le parti meno nobili degli animali, dopo una sapiente lavorazione, donano al piatto quel valore aggiunto che può emozionare tanto i commensali. Ho imparato a trasformare “la parte che non si vede nel piatto” in modo sapiente. Questa prima esperienza mi aveva già talmente appassionata al mondo della cucina italiana, che ho continuato a lavorare lì, anche dopo la fine dello stage.
uno dei miei piatti preferiti della trattoria Il Tufo Allegro
in compagnia dello Chef Domenico Pichini
Rispodendo al richiamo del mare, ho imparato a cucinare il pesce
Dopo due anni di lavoro alla trattoria ‘Il Tufo Allegro’, vogliosa di imparare a cucinare anche il pesce, lo chef Domenico Pichini, mi ha indirizzata verso un ristorante toscano di alta cucina, ‘La Pineta’ a Marina di Bibbona, sul mare.
A ‘La Pineta’, ho imparato veramente sacco di cose, non solo riguardo la gestione della cucina, ma anche della struttura in senso più ampio. Quando il locale vanta riconoscimenti importanti, ci si rende conto di quante attenzioni siano necessarie. Non solo le competenze del personale di sala e cucina, ma anche gli ambienti, le attrezzature, i clienti stessi, concorrono all’armonia d’insieme.
L’essenziale e (è) l’essenza in cucina
La filosofia dello chef Luciano Zazzeri, mi ha colpita particolarmente. Non ho dimenticato le sue parole: “la natura ci regala cose belle e perfette e noi non dobbiamo rovinare questa perfezione mentre cuciniamo”. In effetti, la sua cucina era semplice, ma la semplicità, è sempre la conquista più difficile… Grazie al suo insegnamento, ho cominciato a conoscere la cucina veramente. Alla fine ho lavorato a ‘La Pineta’ circa tre anni.
con i miei colleghi de ‘La Pineta’
Il panettone più buono al mondo: la mia esperienza alla pasticceria Gualandi di Argenta
Un giorno abbiamo partecipato ad un evento e ho conosciuto un pasticcere romagnolo di nome Mauro Gualandi. Il mio chef, presentandomi Mauro disse: “lui fa il panettone più buono al mondo”. Siccome fino a quel momento il panettone non mi diceva gran che come dolce popolare, mi è venuta la curiosità di sapere com’è il panettone più buono al mondo! Ho chiesto quindi di poter andare ad imparare il procedimento alla Pasticceria Gualandi presso Argenta, in provincia di Ferrara.
Già durante la prima settimana, ho capito che il lavoro in pasticceria richiede molto rigore, quasi un “approccio scientifico” ed ho sentito il desiderio di approfondire, innamorandomi in breve tempo del lavoro di Mauro. Sono rimasta a lavorare con lui ad Argenta quasi sei anni.
Certamente ho conosciuto grazie a Mauro il vero panettone artigianale! Sono rimasta estasiata nel vedere come e quanto ingredienti semplici, attraverso un procedimento complesso, possano trasformarsi in un prodotto tanto nobile e delizioso. Se volete sapere di più di panettone, leggete questo blog!
Mauro&Ayako
Sauro, Mauro e Ayako
Arrivederci a presto!
Sono molto contenta di parlarvi del mio paese nei prossimi articoli. Ci sono tante leggende sul Giappone ma spesso, come accade per molti paesi lontani, la realtà è diversa dall’immaginario collettivo. Altre volte invece, alcuni aspetti che non si conoscevano, possono riservare sorprese inaspettate.
Farò del mio meglio per svelarvi tante curiosità e se avete qualche interesse particolare, fatemi sapere, mi raccomando. Grazie e a presto!
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