Ciao a tutti amici, quanto tempo è passato, nell’ultimo blog vi parlavo di vacanze e adesso è Natale! Come passa veloce il tempo, la fine di quest’anno mi coglie proprio di sorpresa.
Pensavo che sarei tornata in Giappone a Capodanno ma purtroppo devo rinunciare, avendo il pensiero di dover affrontare un lungo viaggio pieno di incognite, considerando la quarantena e tutto il resto, in più con un bambino piccolo al seguito, particolare questo non trascurabile.
Non torno a casa da tre anni e mio figlio cresce in fretta, quindi desidero riabbracciare la mia famiglia giapponese al più presto. Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui potrò muovermi liberamente per il mondo.
Tuttavia, ringraziando la tecnologia, posso parlare faccia a faccia con i miei parenti e gli amici più stretti e tenermi aggiornata su quanto succede in Giappone. Quindi, devo riconoscere che, grazie alle videochiamate e ai social, riesco a sentire la vicinanza di casa. A proposito, tra le nuove tendenze giapponesi, ho trovato una storia interessante e curiosa che vorrei condividere con voi.
Tutti pazzi per il Maritozzo
C’è una specialità italiana su tutte che oggi è molto popolare in Giappone. Sapete a cosa mi riferisco? Il suggerimento è: una dolce pagnotta romana (esiste anche in Sicilia e in Puglia, ma ci sono differenze nella ricetta) da mangiare a colazione… capito di cosa parlo? Trattasi del MARITOZZO !

Parliamo di una soffice brioche tagliata in due che ospita una generosa quantità di morbidissima panna, avete presente? Quando l’ho provata, a Roma, la prima volta, sono rimasta deliziata. Dovete sapere che adesso in Giappone il Maritozzo è di gran moda!
Tanti giapponesi amano la panna. Insieme al “pane” dolce, si tratta di due prodotti che erano già presenti sul mercato in Giappone e molto amati, per cui l’idea di unirli insieme è piaciuta molto ed è stato subito un successo. In più, a livello visivo, il Maritozzo risulta davvero goloso, quindi anche i giapponesi si sono arresi a questa piccola bomba di dolcezza. Ormai i Maritozzi sono ovunque, non solo in pasticceria o al forno, ma anche al supermercato, al ristorante e presso i convenience store (il piccolo mercato che tiene tutto, aperto 24 su 24). Secondo me ormai il nome Maritozzo si sente più in Giappone che in Italia.
Il maritozzo che non ti aspettavi

La foto che vedete me l’ha mandata Mayuka, un’amica giapponese. È la pagina di un bollettino che distribuiscono al suo paese. Harima, la cittadina in cui abita, (nella prefettura di Hyōgo, non lontano da Kobe), non è grande in verità. Nonostante questo, i famosi Maritozzi ad Harima-cho (播磨町) sono fatti ovunque e, come potete vedere, ogni negozio, forno e pasticceria ha la propria versione di Maritozzo.
Vi segnalo questo sito che, anche se in lingua giapponese, mostra foto interessanti sull’argomento. Il sito presenta le tendenze gastronomiche correnti in Giappone e, ovviamente, non potevano mancare loro: i Maritozzi! Troverete anche, tra le numerose varianti, quelli a base di crema al pistacchio, fragole e cioccolato. Certo, queste modifiche sono ancora accettabili, ma mi fermerei qui.
Devo confessarvi, infatti, che la deriva del Maritozzo “Japanese style” ha ormai raggiunto un livello preoccupante. Ad Halloween per esempio, potete trovarli fatti di pane nero e farciti con crema alla zucca, per non parlare del Maritozzo-Dorayaki (ne troverete una foto sempre sul sito che vi ho suggerito) dove, se tradizionalmente la marmellata di fagioli Azuki è rinchiusa in una specie di pancake, in questo caso viene aggiunto un ulteriore strato di panna montata.

Con tutte queste varianti alla giapponese, chissà fino a quando potrò ancora chiamarlo Maritozzo! Ora, sarebbe comprensibile un certo disappunto da parte dei romani; mettiamola così: se voi perdonate i giapponesi per aver snaturato il Maritozzo originale, io perdono i romani (e molti altri italiani) che preparano il sushi con il formaggio Philadelphia e avocado come anche chi lo serve con salsa piccante o dolce. Sappiate infatti che in Giappone questi “sushi” sono del tutto anomali!
La ricetta del successo: dolce, morbido, esotico e rinnovabile
In Giappone i cibi d’oltremare sono sempre molto cool, se si parla di dolci internazionali poi, l’attrattiva è ancora più forte. Ovviamente tanto dipende dal marketing delle aziende dolciarie ma, in generale, come avrete capito, i giapponesi amano le novità, le rincorrono e le fanno proprie spesso andando oltre, a volte stravolgendo del tutto la natura originaria di quanto hanno sperimentato.
Per farvi qualche esempio di prodotti che hanno spopolato in Giappone, potrei citarvi una bevanda originaria di Taiwan. Lo chiamavano “tapioca tea” ed era una specie di tè da bere freddo a base di perle di tapioca (morbide e masticabili) in una base di tè nero o verde e latte (vaccino, di soia o riso).
Molto successo hanno avuto in Giappone anche i Macaron francesi, il Pancake hawaiano, con tutte le sue varianti servite nei numerosi eggs n things presenti in Giappone, o il Waffle belga, solo per citarne alcuni.
La cultura giapponese accoglie facilmente nuovi cibi e sapori dal mondo, salvo poi sperimentare in breve tempo le varianti più improbabili, come il Maritozzo-Dorayaki.

僕 は ティラミス が 食 べ た い で す。Ti-ra-mi-sù: ti voglio!
I dolci italiani del resto sono ciclicamente tra i più richiesti. Sapete qual’è stato il dolce italiano più alla moda e di tendenza per lungo tempo in Giappone?
Sto parlando del dessert che ha proprio lanciato la “moda dei dolci” occidentali in Giappone, ovvero del Tiramisù.
All’inizio degli anni 90’, i ristoranti italiani in Giappone erano molto numerosi. I giapponesi iniziarono a frequentarli scoprendo via via la cucina italiana e anche, ovviamente, i suoi dessert tradizionali. In quel periodo hanno conosciuto il tiramisù, dolce peraltro pubblicizzato all’epoca anche da numerose riviste specializzate nel settore food. Da quel momento in Giappone si cominciò a vedere il tiramisù sempre più di frequente.
Come mai tanto successo? Dovete sapere che la cheesecake era già un dolce conosciuto in Giappone, quindi l’idea di usare una crema simile al formaggio in un dolce, non sembrava così strana. Se vogliamo, il tiramisù in Giappone ha trovato la “strada spianata” dalla già nota cheese cake. C’era molta curiosità di provarlo all’inizio e poi, quel nome così accattivante, destava simpatia, non c’è che dire.
Tiramisù, nome davvero molto carino… Io stessa ho amato e amo ancora molto questo dolce che ha fatto da apripista alla moda dei dessert in Giappone!

Mascarpone o Mascapone? Chi si accontenta gode!
A volte un pò meno…
Dovete sapere però, che a quel tempo il mascarpone era difficile trovarlo e, in ogni caso, si trattava di un prodotto molto costoso. Per preparare il Tiramisù è ben presto arrivato un ingrediente alternativo, il MASCAPONE, sorta di formaggio vegetale, solo vagamente somigliante al mascarpone originale. E quì qualcuno potrebbe di nuovo battere i pugni sul tavolo…
Comunque amici questa è la storia, il tiramisù all’epoca si faceva o con il Mascapone (poi sparito dalla circolazione) o con il noto formaggio Philadelphia. A quel tempo mia mamma, che amava preparare i dolci, il tiramisù lo faceva con il Philadelphia. Non sto a dirvi che ora, pur conoscendo il tiramisù tradizionale (da mangiare in Italia), ho ancora molta nostalgia per l’imitazione di mia mamma con il Philadelphia.

Una dolce moda
Comunque, grazie alla creazione del tiramisù, numerose aziende hanno capito quanto i dolci importati dall’estero possono diventare un grande business. In Giappone il “fashion food” è ormai una realtà, come esiste la moda per gli abiti, così anche i cibi fanno tendenza.
Un’altro dolce italiano che si può inserire in questo filone, è la panna cotta. Anche se non ha avuto lo stesso successo del tiramisù, è senza dubbio un dessert conosciuto e richiesto in Giappone. Il nome “panna cotta” è molto noto tra i giapponesi.
Personalmente, fatico a considerare il cibo una moda, preferisco avere un approccio più rispettoso verso le tradizioni gastronomiche altrui. Se ho la fortuna di assaggiare qualche specialità “esotica”cerco di farlo con spirito critico, gustandomi la nuova esperienza, non perché lo fanno tutti e nemmeno allo scopo di imitare questo o quel piatto rischiando mal riuscite interpretazioni.

È pur vero che, quella mania -tanto diffusa in Giappone quando ero ragazza- di provare i piatti della cucina italiana, ha destato in me la curiosità di conoscere la cucina italiana autentica e con quell’idea in testa, ho lasciato il mio paese e sono ancora in Italia. Allora, evidentemente, devo ringraziare anche la strana cultura del mio paese che, pur per vie inaspettate, mi ha portata a fare questa incredibile scelta di vita.
Dunque, sono tre i dolci italiani sempre sulla cresta dell’onda in Giappone: il Tiramisù, la panna cotta e il Maritozzo! È sufficiente per dire che i giapponesi vanno d’accordo con il cibo italiano?
Forse, ve lo saprò dire presto, dopo che avrò finito anche l’ultima fetta di Panettone!
Ciao a tutti, e a proposito:
メリークリスマス!
Buon Natale!