Ciao a tutti! Fà ancora freddo eh! Come state? Al nord Italia sta nevicando tanto e anche in Giappone quest’anno c’è tanta neve, anzi: troppa! Sapete, ho vissuto nella regione innevata di Hokkaido per quattro anni ai tempi dell’università, quindi amo la neve, ma spero non ci siano danni o disagi eccessivi… Dato che Febbraio è arrivato, oggi vi voglio parlare di un appuntamento importante per i giapponesi, una “festa” amata e sentita forse più in Giappone che in Italia: San Valentino.
Per raccontarvi di come si festeggi San Valentino nella mia terra natale, il tema di oggi non poteva che essere l’Amore! Con la A maiuscola, appunto…

Come potete immaginare, la festa di San Valentino è arrivata in Giappone con gli americani e grazie ai viaggi in Europa. Nata alla fine degli anni sassanta, la ricorrenza è divenuta popolare un decennio più tardi, negli anni settanta.
L’industria dolciaria giapponese, sulle orme di quella italiana, si è impegnata da subito nella promozione di questa festa. Del resto San Valentino cade a Febbraio, in un periodo che, dopo i festeggiamenti di fine e inizio anno, rischia altrimenti di essere “magro” di fatturati.
Dipende tutto da Lei…
Proprio un noto produttore di cioccolato in Giappone ebbe l’intuizione, ad un certo momento, di realizzare una campagna pubblicitaria mirata allo scopo.
La strategia del produttore, intendeva suggerire alle donne, che regalare cioccolato ad un uomo significava dimostrare il proprio sentimento in maniera esplicita. Quella campagna commerciale si rivelò un successo!
C’è quindi una sfumatura diversa nel modo di intendere San Valentino tra il mio paese e l’Italia: in Giappone il 14 Febbraio sono le donne a regalare il cioccolato agli uomini. Quando ho visto che in Italia si sceglie di regalare altro e gli uomini ricambiano con fiori e doni di diversa natura, mi sono meravigliata tantissimo!

Un dolce pensiero per dirti che…a volte lo vorrei solo per me!
Dopo la seconda metà di Gennaio, in Giappone, i cioccolatini sono venduti e pubblicizzati nei supermercati, pasticcerie, ecc. I negozi specializzati in articoli per la produzione di dolci promuovono ovunque le loro campagne per realizzare cioccolatini fai da te e per creazioni di cioccolato diverse.
Le città si riempiono di cuori e, per l’occasione, sono addobbate di rosso. Tutto questo crea un’atmosfera romantica e “sospesa”. A molte persone non piace il marketing selvaggio, ma chi ama i dolci (come la sottoscritta) può capirmi quando dico che non vedevo l’ora che arrivasse la festa di San Valentino! Non tanto per fare regali agli uomini, piuttosto, per il piacere degli occhi e del palato…

Quando l’uso di regalare cioccolato all’amato si è via via consolidato, ci si è inventati cioccolatini dedicati ad altri tipi di relazione. Ecco perchè potete trovare Honmei 本命 (cioccolatini per l’amico del cuore) Ghiri 義理(cioccolatini di cortesia da offrire agli uomini al lavoro) e quelli per le Tomo 友 (amiche). Sembra che ormai ci sia un cioccolatino adatto a qualsiasi rapporto interpersonale!

Un amore tutto da conquistare
Anche in Giappone ormai si accetta che ciascuno dimostri il proprio affetto a chi si desidera, tuttavia, non c’è dubbio, che San Valentino sia tradizionalmente il giorno in cui le donne trasmettono il loro amore agli uomini. In particolare, è il giorno in cui le ragazze adolescenti trovano il coraggio di rivelare il loro amore al compagno di scuola, al ragazzo del sedile accanto sul pullman o al vicino di casa verso cui hanno fino a quel momento nascosto il proprio sentimento.
Mi vengono alla mente quelle domande interiori (e le ansie) del tipo: “gli piacerò?” oppure: “Dove e quando gli darò il mio dono?” “Accetterà la mia dichiarazione o sarò respinta?”
Con pensieri come questi le giovani fanciulle arrivano alla tanto attesa festa di San Valentino e nessuna di loro giunge all’appuntamento sprovvista dei cioccolatini giusti… (belli i tempi in cui bastava saper scegliere il cioccolatino per farsi comprendere da un uomo!).

Cuore donato, amore ricambiato?
Comunque Il “rito degli innamorati”, iniziato a San Valentino con l’outing delle donne, terminerà di fatto il mese successivo. Il 14 Marzo infatti, in occasione del “White Day” , il ragazzo risponderà alla ragazza presentandosi o mancando all’appuntamento. Nel primo caso lo farà portando con sé un dolce dono (diverso dai cioccolatini); nel secondo caso, l’assenza dell’amato, rivelerà alla ragazza, di non essere ricambiata.

Kokuhaku: ti confesso il mio amore
Ho parlato del comportamento degli adolescenti, ma la necessità di dichiararsi e di ufficializzare un rapporto (fin dall’inizio) è qualcosa che anche gli adulti sentono molto nella mia cultura.

Tra i giapponesi è comune pensare che dichiararsi sia un modo “onesto” per iniziare una relazione tra un uomo e una donna. Se si prova un sentimento per una persona, prima di iniziare a frequentarsi, ci si confida in modo esplicito con la controparte dichiarando il proprio sentimento di amore “kokuhaku” (告白 confessione, dichiarazione) e scambiandosi formalmente l’intenzione di costruire un rapporto serio.
In Giappone non è usanza “frequentare” una persona senza un vero e proprio impegno d’amore. È strano pensare che ci sia una regola anche per intraprendere una relazione amorosa, ma in genere è accolta e ancora oggi rispettata dai più.
Paese che vai, usanze che trovi!
In Italia, la percezione che ho avuto, è che la frequentazione nella coppia inizi senza che nessuno senta l’urgenza di dichiarazioni nè tantomeno promesse. Siete d’accordo? Penso anche alla mia esperienza ad esempio. Il mio partner è un uomo italiano e, dopo i primi appuntamenti, ho capito che eravamo interessati entrambi ad un rapporto stabile.
Tuttavia, non essendo abituata alla sua mentalità, per un certo periodo mi sono chiesta: “per quale motivo usciamo insieme?” e “come devo considerare questo rapporto”?
Se ti stai innamorando di una persona giapponese, dichiara subito le tue intenzioni. La tua serietà sarà apprezzata e ti verrà data in cambio una risposta onesta, evitando equivoci, imbarazzi e pensieri.

Il matrimonio in Giappone: un trasloco che fa la differenza
In Giappone il numero dei matrimoni è pressoché costante e l’opinione comune è ancora che sposarsi sia uno status fondamentale ad una certa età. Le coppie di sposi, pur essendo aumentate nel tempo, continuano ad essere comunque meno che in Italia. In Giappone, del resto, l’atto del matrimonio non conferisce gli stessi diritti e tutele di quello italiano ad esempio. Forse anche questo spiega il motivo per cui il matrimonio non è la prima scelta dei fidanzati.
Dal punto di vista burocratico, sposarsi in Giappone è molto semplice. Normalmente avviene in questo modo: la sposa dichiara di entrare nella casa del marito; questo comporta la perdita del cognome da nubile e l’automatica acquisizione del cognome del marito. L’operazione viene registrata nel koseki 戸籍 ed è sufficiente per rendere il matrimonio legalmente valido. Il trasferimento fisico della sposa dalla famiglia di origine a quella del marito non prevede alcun tipo di cerimonia; nella cultura giapponese non è così scontato festeggiare il matrimonio!

Il divorzio è altrettanto semplice; se c’è il consenso di entrambe le parti, per rendere efficace la risoluzione del matrimonio, è sufficiente inviare la richiesta all’ufficio governativo e si ottiene velocemente. La semplicità dell’operazione spiega perché tanti giovani scelgano ancora di sposarsi, anche se questo può sembrare un tantino cinico…
Obiettivi e priorità del cuore
Molti giovani in Giappone sentono ancora la necessità del matrimonio; anch’io da ragazza pensavo al matrimonio come ad un obiettivo da raggiungere. Devo dire che in Italia mi sono sentita più libera di aspettare il momento giusto. Crescendo, ho compreso che ogni relazione ha i propri tempi e questo forse è ancor più vero per chi ogni giorno cerca di superare le differenze culturali in nome di un comune progetto di vita. Se e quando, io e il mio compagnio, avremo (entrambi) il desiderio di sposarci, lo faremo senza troppi pensieri. Importanti sono il rispetto reciproco e l’intenzione di camminare sulla stessa strada…
Per oggi è tutto, grazie di cuore per aver letto fino alla fine! Se avete domande, commenti o riflessioni, vi invito ad utilizzare la sezione commenti quì sotto, ciao e alla prossima!
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